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Mi chiamo Simone La Terra e  abito in provincia di Mantova. Nel 2005 parto per la mia prima grande spedizione alla volta del  Cho Oyu, la sesta vetta del pianeta, ma la cima resta un sogno a causa dell’instabilità del tempo e della mia inesperienza. Nel maggio    2006 riparto per un tentativo in solitaria sul versante Diamir del Nanga Parbat, ma alla quota di 7500 metri sono costretto alla resa per la neve alta e il sopraggiungere di una forte perturbazione. Nello stesso anno decido  di sfruttare il periodo autunnale per una salita in Tibet, questa volta  allo   Shisha  Pangma,  che  con  i  suoi  8027  metri rappresenta il più basso degli Ottomila. Quasi al termine della stagione, dopo più di un mese di attese, lascio il campo base per il mio ultimo tentativo verso  l’alto. Pazienza e determinazione  vengono ripagate il 9 ottobre alle 13.30, quando dopo 13 ore di scalata raggiungo la vetta  principale. Nel 2007 parto per una spedizione in Karakorum, le mie mete sono il Broad Peak e il K2. Il 12 luglio, raggiungo la vetta principale del Broad Peak, poi, con l’amico triestino Marco Tossutti ci spostiamo verso il K2, che saliamo fin oltre il campo 3 a 7500 metri prima di essere respinti dal maltempo. In inverno organizzo addirittura una spedizione con il forte alpinista pakistano Karim al Nanga Parbat, ma il gelo  e le difficili condizioni meteo ci respingono già sui 6000 metri. Anche nel 2008 ritorno in Karakorum, ma questa volta come meta ho i Gasherbrum I e II. Anche questa è una spedizione caratterizzata da lunghe attese e quando quasi tutte le spedizioni stanno abbandonando il campo base e la scalata, io e il mio partner polacco Pavel riusciamo con tenacia e determinazione a risalire tutti i campi del GII e finalmente, il 31 luglio, con tempo magnifico e senza nessun altro alpinista, calchiamo la cima di 8035 metri. Nel 2009 parto in primavera verso il Nepal, la mia destinazione è il Lhotse. Dopo due mesi spesi ad acclimatarmi e a preparare i 4 campi sulla montagna, durante la notte precedente il mio tentativo di vetta in solitaria, a 7900 metri, vengo colpito da un principio di edema polmonare. Sono costretto a scendere e, non avendo sherpa con me, a recuperare anche l’attrezzatura di 4 campi. A fine agosto riparto per il Nepal, ritorno al Cho Oyu dalla via tibetana dove già nel 2005 avevo fatto un tentativo.  La perfetta forma raggiunta mi porta a fissare 2 campi in una settimana e dopo 13 giorni dall’arrivo al campo base raggiungo la vetta con due amici spagnoli, Fernando e Pepe. Nel 2010 organizzo una spedizione al Manaslu e una al Nanga Parbat. Il tempo in Nepal rimane instabile per oltre due mesi e i due tentativi di vetta falliscono a 7500. Al Nanga Parbat, a causa delle nuvole in quota, io e il mio partner Pavel sbagliamo via ma apriamo una variante nuova alla cima nord di 8050 metri senza però poter raggiungere la vetta principale di 8125 metri. Nell’autunno 2011, grazie al supporto fondamentale del mio sponsor, X-BIONIC, riesco ad organizzare una piccola spedizione per ritentare il Manaslu e il 4 ottobre arrivo fino alla vetta principale. Oltre agli innumerevoli tentativi in Himalaya e alle 5 vette oltre gli 8000 metri raggiunte sempre senza ossigeno e senza portatori d’alta quota, sulle montagne di casa trovo il luogo ideale per le mie scalate di allenamento.


 


I miei album fotografici


Shisha Pangma 8027m

Autunno 2006


Broad Peak 8046m

Estate 2007


              Gasherbrum II 8035m

              Estate 2008


               Cho Oyu  8201m

               Autunno 2009                             

                 

              Manaslu  8163m

              Autunno 2011


             

              Nanga Parbat 8125m

              2006-2011







I miei link preferiti

www.montagna.tv

www.explorersweb.com

www.x-bionic.it